Il know-how nel franchising a norma di legge
Il know-how nel franchising
Quali sono i requisiti di validità del know-how sotto il profilo giuridico?
L’art. 1, 3° comma della L. n. 129/2004 prevede che il know-how deve essere dotato di tre caratteristiche:
- segretezza;
- sostanzialità;
- individuabilità.
Tali caratteristiche hanno un unico comun denominatore: consentire all’affiliato in franchising di caratterizzarsi sul mercato e differenziarsi rispetto alla concorrenza, cioè di acquisire un sostanziale e stabile vantaggio competitivo.
In altri termini, all’affiliato deve essere trasferito un patrimonio di conoscenze che effettivamente gli consentano di svolgere la propria attività in seno alla rete – e quindi tale da giustificare il pagamento delle royalties al franchisor – in modo vantaggioso rispetto ai concorrenti (in termini di maggior volume d’affari o di minori costi) e non già una mera “scatola vuota” (empty box), priva di reale contenuto.
Vediamo ora in sintesi le tre caratteristiche del know-how. In primo luogo, il know-how deve essere segreto, ovvero “non generalmente noto né facilmente accessibile”. Affinché le nozioni trasferite dall’affiliante all’affiliato siano qualificabili come know-how occorre dunque che le stesse non siano liberamente acquisibili altrove, cioè non siano state divulgate, o quantomeno che loro acquisizione da terzi sia notevolmente più onerosa per l’affiliato.
Tuttavia, ciò che deve essere “segreto” non sono le singole esperienze ed informazioni che compongono il know-how, bensì l’insieme delle nozioni in cui esso si articola; pertanto, il know-how non perde la caratteristica della segretezza se le singole parti che lo compongono sono conosciute, ma non lo è la loro combinazione.
In secondo luogo, il know-how deve essere sostanziale, cioè deve comprendere le “conoscenze indispensabili all’affiliato per l’uso, per la vendita o la rivendita, la gestione o l’organizzazione dei beni o servizi contrattuali”. Le informazioni trasmesse dall’affiliante devono essere quindi tali da costituire un’utilità economica effettiva per l’affiliato, da cui questi non possa prescindere per l’esercizio della propria attività nella rete in franchising. In altri termini, la formula commerciale del franchisor deve avere un’efficacia superiore a quelle che i potenziali affiliati sarebbero in grado di produrre autonomamente.
L’“indispensabilità” del know-how si riferisce alla formula nella sua globalità, nel senso che le nozioni trasferite dall’affiliante all’affiliato non devono essere necessariamente indispensabili in senso assoluto bensì tali da individuare le caratteristiche della rete con riferimento alla scelta o qualità dei beni, alla selezione dei fornitori che assicurino tale qualità, alla composizione dell’assortimento, alla presentazione dei beni, ai rapporti con la clientela, all’amministrazione, alla gestione finanziaria etc..
Infine, il know-how nel franchising deve essere individuato, cioè “descritto in modo sufficientemente esauriente, tale da consentire di verificare se risponde ai criteri di segretezza e di sostanzialità”. All’affiliato deve essere quindi permesso di conoscere nel dettaglio la formula commerciale trasferitagli e di verificare il rispetto dei requisiti di segretezza e sostanzialità. Questo onere formale risponde comunque anche ad un interesse dell’affiliante, il quale in tal modo è in grado di controllare se l’affiliato eventualmente utilizzi il know-how al di là dello scopo contrattuale, o, cessato il contratto, lo utilizzi per sé o per altri.
Avv. Valerio Pandolfini
Avvocato Consulenza legale Franchisor
Abbiamo una vasta esperienza nella consulenza e assistenza legale nel franchising.
Abbiamo assistito numerose reti in franchising, per quanto attiene ai servizi di start up della rete.
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