I requisiti di un buon franchisor di Luca Fumagalli – Senior Consultant
I requisiti di un buon franchisor
Non tutti quelli che “dicono di fare franchising” si rivelano buoni franchisor.
Pochi hanno in sé tutti gli elementi indispensabili per fare bene il “mestiere” di affiliante.
Di seguito una check-list dei requisiti minimi per aver successo nell’applicazione di questa formula.
1.UN CONCEPT CHE FUNZIONA
L’attività che si vuole replicare funziona veramente?
Quello del pilotage è un test realistico, fatto in condizioni riproducibili altrove?
Sviluppa ricavi adeguati? Genera utili interessanti?
C’è un rapporto corretto tra investimenti, risultati e velocità di ritorno economico?
2.CONOSCENZA DEL FRANCHISING
Chi propone il progetto ha già avuto a che fare con questa formula?
Ne conosce le specificità?
Si avvale di manager e/o di consulenti di provata esperienza in questo campo?
Franchisor non ci si inventa.
Lo si diventa imparando le regole e le caratteristiche peculiari di questa disciplina oppure assoldando risorse umane qualificate ed esperte.
3.STANDING IMPRENDITORIALE
Fare i franchisor è un “mestiere” difficile, una sfida imprenditoriale impegnativa e complessa.
Per riuscire occorrono l’ambizione, l’attitudine al rischio, la capacità organizzativa e la vision caratteristiche delle grandi imprese.
4.RISORSE UMANE
Una azienda franchisor non è una “one man band”.
Servono persone qualificate nei ruoli chiave: responsabile franchising, responsabile sviluppo franchising, training manager, responsabile marketing e comunicazione, tecnico dei prodotti/servizi, direttore amministrativo,…
5.RISORSE ECONOMICHE
Il franchising può far sì che una piccola azienda diventi in pochi anni una multinazionale, come insegnano le tante case history di questi anni. Ma l’inizio è duro e la leva finanziaria nello start up è una fantasia da libri di testo.
Servono investimenti per impostare il progetto. Molto minori rispetto a quelli richiesti dalla costruzione di una rete diretta, ma abbastanza per spegnere le velleità degli improvvisati.
6.TEMPO
Creare una rete di franchising è una attività articolata, da pianificare nel medio-lungo periodo (3-5 anni).
Chi corre veloce, in questo mondo, inciampa e cade. Chi sa attendere i tempi giusti della maturazione del concept, sa fare i passaggi corretti per la standardizzazione del format, sa sviluppare in modo sano e selettivo la rete, ottiene risultati duraturi.
Gli altri (circa il 90%) sono meteore.
7.MENTALITÀ FRANCHISE-ORIENTED
C’è chi preferisce giocare da solo, vincere (o perdere) individualmente. Nelle aziende franchise-oriented si fa gioco di squadra e si crede in una logica win-win: l’affiliante vince solo e se vincono gli affiliati!
Per concludere, non esiste “il buon franchising” e nemmeno “il cattivo franchising”. Ci sono invece pessimi, mediocri, buoni o eccellenti franchisor, non tutti con i requisiti di un buon franchisor
La formula è uno strumento potente e difficile da maneggiare, che va tenuto lontano dalla portata “dei bambini”, dei velleitari, degli inesperti, dei furbetti.
In mano ad imprenditori qualificati con idee chiare, risorse adeguate e competenze può creare un vantaggio competitivo vero nel mercato nazionale e può rivelarsi la chiave d’accesso ai mercati di tutto il mondo.
Luca Fumagalli – Senior Consultant
Abbiamo una vasta esperienza nella consulenza e assistenza legale nel franchising.
Abbiamo assistito numerose reti in franchising, per quanto attiene ai servizi di start up della rete.
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